Negli ultimi mesi, molti editori, blogger, imprenditori digitali e agenzie stanno notando un calo anomalo nel traffico organico da Google. Il motivo? Le nuove AI Overview stanno rivoluzionando la SERP: Google fornisce risposte generate dall’intelligenza artificiale senza che l’utente debba cliccare sui link.
Un cambiamento epocale, che apre interrogativi strategici fondamentali:
💡 Cosa succede se l’utente non visita più il nostro sito?
💡 Come possiamo comunque emergere, farsi leggere, influenzare?
Google AI Overview è una funzionalità basata su intelligenza artificiale generativa, già attiva anche in Italia. Quando l’utente pone una domanda complessa, prima dei risultati classici, Google mostra una risposta generata dall’AI — un riassunto ben confezionato che attinge da varie fonti online (che vengono citate, certo, ma spesso ignorate).
📉 Secondo un’analisi pubblicata da The Guardian, alcuni publisher e siti web hanno registrato un calo di traffico organico fino all’80% da quando le AI Overviews sono attive.
In pratica: Google legge per tutti, riassume tutto e l’utente non ha più motivo di cliccare.
E se hai investito anni per costruire contenuti di valore, potresti trovarti nella surreale situazione in cui il tuo sito è utile, ma solo per alimentare il riassunto dell’AI.
📌 E non è solo un problema per i media: blog aziendali, ecommerce, siti verticali e progetti editoriali indipendenti iniziano a subire lo stesso effetto. L’utente si informa, ma non arriva più da te.
È come organizzare una conferenza perfetta… e poi guardare il pubblico ascoltare solo il riassunto fatto da qualcun altro nel foyer.
L’IA sta trasformando il modo in cui comunichiamo: attraverso le nuove regole dell’AIO saremo costretti a rivedere le strategie di scrittura degli articoli.
A prima vista, potrebbe sembrare che nulla sia cambiato.
Usa titoli chiari, struttura il testo, rispondi alle domande… tutto già sentito, vero?
Ma in realtà, il vero cambio di paradigma è invisibile e culturale:
oggi non scrivi più (solo) per essere letto da un essere umano, ma per essere interpretato, selezionato e usato da una macchina che costruisce risposte al posto tuo.
E questo cambia tutto:
La SEO tradizionale cercava di portare il lettore da te.
L’AIO ti chiede di portare valore lì dove il lettore si ferma: nella risposta dell’AI.
Devi quindi imparare a:
In altre parole: scrivi come se il tuo contenuto potesse vivere da solo, anche lontano dal tuo sito, e rappresentarti comunque bene.
In un mondo dove l’intelligenza artificiale legge (e risponde) prima di noi, la vera sfida non è più solo essere trovati, ma essere compresi e scelti.
Il contenuto oggi è diventato un ambasciatore invisibile, che parla al posto tuo anche quando l’utente non arriva sul sito.
Ma attenzione: la SEO tradizionale non è morta.
Sotto i riassunti generati dall’AI, i risultati organici sono ancora lì. E seguono le stesse regole di sempre: qualità, pertinenza, struttura, link building, tempi di caricamento, UX.
👉 La differenza è che oggi non basta più presidiare i risultati. Bisogna anche contribuire alla risposta.
Serve una doppia visione:
E questo richiede contenuti più lucidi, più generosi, più leggibili.
Contenuti che non hanno paura di essere condivisi, sintetizzati, interpretati. Perché sono chiari nel senso, forti nel posizionamento, coerenti nella voce.
💡 Se senti che è il momento di rivedere il modo in cui comunichi, se vuoi trasformare i tuoi contenuti in strumenti di influenza anche nel silenzio dell’AI, allora questo è il tempo di agire.
Ripartiamo dalla strategia. Dai significati, non solo dalle metriche.
👉 Parliamone. Se vuoi che il tuo brand resti rilevante anche quando nessuno clicca più, MakeDigital è il posto giusto da cui ripartire.
Via Leonardo Da Vinci, 22, Paderno Dugnano