Cervello realistico diviso a metà, con un lato umano e uno digitale, a simboleggiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sui contenuti
Cesare
31 Luglio 2025
Tempo di lettura: 4 minuti

Google risponde al posto tuo e il tuo sito perde traffico

Le AI Overviews di Google stanno cambiando il modo in cui i contenuti vengono trovati (o ignorati). Questo articolo esplora come adattare la strategia di content marketing per restare visibili, rilevanti e citabili anche quando l’utente non clicca più.
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Negli ultimi mesi, molti editori, blogger, imprenditori digitali e agenzie stanno notando un calo anomalo nel traffico organico da Google. Il motivo? Le nuove AI Overview stanno rivoluzionando la SERP: Google fornisce risposte generate dall’intelligenza artificiale senza che l’utente debba cliccare sui link.

Un cambiamento epocale, che apre interrogativi strategici fondamentali:
💡 Cosa succede se l’utente non visita più il nostro sito?
💡 Come possiamo comunque emergere, farsi leggere, influenzare?

Cos’è Google AI Overview e perché sta cambiando tutto

Google AI Overview è una funzionalità basata su intelligenza artificiale generativa, già attiva anche in Italia. Quando l’utente pone una domanda complessa, prima dei risultati classici, Google mostra una risposta generata dall’AI — un riassunto ben confezionato che attinge da varie fonti online (che vengono citate, certo, ma spesso ignorate).

📉 Secondo un’analisi pubblicata da The Guardian, alcuni publisher e siti web hanno registrato un calo di traffico organico fino all’80% da quando le AI Overviews sono attive.

In pratica: Google legge per tutti, riassume tutto e l’utente non ha più motivo di cliccare.
E se hai investito anni per costruire contenuti di valore, potresti trovarti nella surreale situazione in cui il tuo sito è utile, ma solo per alimentare il riassunto dell’AI.

📌 E non è solo un problema per i media: blog aziendali, ecommerce, siti verticali e progetti editoriali indipendenti iniziano a subire lo stesso effetto. L’utente si informa, ma non arriva più da te.
È come organizzare una conferenza perfetta… e poi guardare il pubblico ascoltare solo il riassunto fatto da qualcun altro nel foyer.

Cosa cambia davvero nel modo di scrivere i contenuti

L’IA sta trasformando il modo in cui comunichiamo: attraverso le nuove regole dell’AIO saremo costretti a rivedere le strategie di scrittura degli articoli.

A prima vista, potrebbe sembrare che nulla sia cambiato.
Usa titoli chiari, struttura il testo, rispondi alle domande… tutto già sentito, vero?

Ma in realtà, il vero cambio di paradigma è invisibile e culturale:
oggi non scrivi più (solo) per essere letto da un essere umano, ma per essere interpretato, selezionato e usato da una macchina che costruisce risposte al posto tuo.

E questo cambia tutto:

  • Prima scrivevi per farti trovare → ora scrivi per essere incluso nella risposta.
  • Prima bastava attirare clic → ora devi meritarti di essere citato.
  • Prima potevi guidare la narrazione una volta che l’utente era sul tuo sito → ora la narrazione è composta da piccoli estratti da molteplici fonti.

La SEO tradizionale cercava di portare il lettore da te.
L’AIO ti chiede di portare valore lì dove il lettore si ferma: nella risposta dell’AI.

Devi quindi imparare a:

  • Scrivere frasi complete, autosufficienti, che abbiano senso anche fuori contesto.
  • Inserire definizioni, esempi e spiegazioni brevi che possano essere estratte come citazioni dirette.
  • Usare tonalità informative più oggettive, perché l’AI privilegia contenuti neutrali rispetto a quelli troppo promozionali o narrativi.
  • Mantenere una chiarezza estrema: i sottintesi, i giochi stilistici, le metafore ambigue rischiano di diventare punti morti nella sintesi dell’AI.

In altre parole: scrivi come se il tuo contenuto potesse vivere da solo, anche lontano dal tuo sito, e rappresentarti comunque bene.

Se non ti leggono più, devi farti capire prima ancora di essere cliccato

In un mondo dove l’intelligenza artificiale legge (e risponde) prima di noi, la vera sfida non è più solo essere trovati, ma essere compresi e scelti.
Il contenuto oggi è diventato un ambasciatore invisibile, che parla al posto tuo anche quando l’utente non arriva sul sito.

Ma attenzione: la SEO tradizionale non è morta.
Sotto i riassunti generati dall’AI, i risultati organici sono ancora lì. E seguono le stesse regole di sempre: qualità, pertinenza, struttura, link building, tempi di caricamento, UX.

👉 La differenza è che oggi non basta più presidiare i risultati. Bisogna anche contribuire alla risposta.

Serve una doppia visione:

  • Una SEO che ti faccia trovare (come sempre).
  • Una AIO che ti faccia emergere anche quando non ti cercano direttamente.

E questo richiede contenuti più lucidi, più generosi, più leggibili.
Contenuti che non hanno paura di essere condivisi, sintetizzati, interpretati. Perché sono chiari nel senso, forti nel posizionamento, coerenti nella voce.

💡 Se senti che è il momento di rivedere il modo in cui comunichi, se vuoi trasformare i tuoi contenuti in strumenti di influenza anche nel silenzio dell’AI, allora questo è il tempo di agire.
Ripartiamo dalla strategia. Dai significati, non solo dalle metriche.

👉 Parliamone. Se vuoi che il tuo brand resti rilevante anche quando nessuno clicca più, MakeDigital è il posto giusto da cui ripartire.

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